Volevo dirvi che mi ha scritto e poi telefonato Adriana Turriziani, che è l'attuale presidente della Società italiana di cure palliative. Ha visto l'intervista a Gianni e vuole usare il documentario nei corsi di perfezionamento, e in tutti i Master in cure palliative. Forse a Gianni avrebbe fatto piacere, io andrò a presentarlo da loro a un convegno il 22 giugno. Questo lavoro continua sempre il suo viaggio...
Francesca
27 maggio 2012
Ciao Pietro, ho pensato molto a te e a Silvia in questi giorni. Ultimamente mi invitano a convegni di cure palliative per parlare di ipnosi e ogni volta porto come slides i disegni di tuo papà e suoi enunciati. La scorsa settimana ero a Catania, martedì alla Sapienza e ieri a Brindisi. Ieri mi ha fatto un enorme piacere sentire l'intervento di una collega pugliese che ha portato anche lei delle frasi di tuo papà che ha trovato o sul sito o sul libro. Alla fine del mio intervento il medico che faceva da moderatore ha commentato le mie slide positivamente parlando di Gianni come se lo conoscesse. È incredibile, sono passati 6 anni e tuo padre vive ancora... come diceva: se coltivi relazioni... Comunque si è guadagnato l'immortalità. Fallo presente sia a Silvia che a Lorenzo, penso faccia loro piacere. Anzi, se senti tua mamma, dille che mi farebbe piacere avere altri disegni di Gianni da mostrare durante le mie docenze.
Bacioni, Monia
26 maggio 2012
Cara Silvia, proprio il 7 febbraio ho ricevuto il libro di Gianni: mi hai fatto una sorpresa graditissima. L'ho molto apprezzato, ricordando i mesi intensi, e l'ultimo giorno (e chi sapeva che sarebbe stato l'ultimo incontro!) in cui Gianni mi parlava serenamente di come voleva salutarvi. Grazie del privilegio di averlo conosciuto meglio. Grazie del vostro ricordo: salutami tutti. Non so quando mi capiterà di venire a Roma... vi vedrei volentieri.
Un abbraccio, Suor Caterina
12 febbraio 2011
Caro Pietro, partecipare all'iniziativa di ieri mi ha incoraggiato e stimolato enormemente, oltre che emozionato e coinvolto. Credo che se noi tutti ci concentrassimo un po di più sugli esempi di vita come quello di tuo padre e meno sugli esempi "sensazionali" proposti dai media potremmo cambiare molto l'attuale pericolosa tendenza della nostra società. Grazie della bellissima occasione che mi hai dato di conoscere persone impegnate a fare cose anche nell'interesse della comunità; è una iniziativa che non solo mi piacerebbe continuare il prossimo anno, ma che tenterò di emulare negli scopi alla prima occasione.
Saluti, Renato
6 febbraio 2011
Gentile signora Silvia, non mi sento fisicamente in condizione di intervenire all'incontro indetto per ricordare il caro dr. Gianni. E me ne dispiace davvero, visto il significato che la manifestazione - dato il momento - assume. Nei periodi più bui, infatti, quando più forte s'avverte l'eclisse della morale e il disprezzo d'ogni regola di civile convivenza, ricordare i pensieri, le azioni, i giudizi di una persona che in vita ha promosso e difeso i valori del bello, del giusto e dell'autentico, aiuta a rafforzare lo spirito e a riaccendere la speranza.
Mario Arpea
5 febbraio 2011
Inutile dire che ci mancherai, come pure le tua parole, le tue impuntature, le belle discussioni e la tua voglia di vivere e per fare fare fare.
Un abbraccio, Carla
Carissimi Silvia, Pietro e Lorenzo,
grazie per aver comunicato con sms la notizia, temuta ed attesa, della fine del viaggio terreno di Gianni. È stato un privilegio averlo conosciuto, un privilegio aver cercato di percorrere un pezzetto di strada assieme. Non
potrò essere presente ai funerali a Roma: sono dimessa oggi da un periodo di ricovero ospedaliero per polmonite ma il mio cuore e la mia preghiera saranno con voi ad accompagnare Gianni che continuerà a vivere nel cuore di molti di noi ed attraverso di noi potrà ancora parlare. In questi giorni di forzato cambio di ruolo in Ospedale mi son ritrovata tante volte a ricordare nelle quotidiane defaillance del sistema il nostro "paziente esigente" e la sua incredibile, civilissima battaglia, avendo ben chiaro sulla mia pelle stavolta cosa significa non comunicare in sanità... ho citato le sue parole ed il suo impegno in una memoria che qualcuno ha letto in una conferenza pubblica cui non ho potuto esser presente venerdì scorso, onorandomi di chiamarlo "il mio amico Gianni Grassi". I miei studenti dei corsi universitari di infermieristica si son formati conoscendo Gianni ed il suo impegno e continueranno a farlo anche ora che lui ha cessato di scrivere ma non di interrogare le coscienze di molti. Io sono credente e vivo nella certezza che Dio ha accolto fra i suoi giusti quest'uomo buono. Mantenete attivo il sito: grazie.
Anna Luisa
Se avesse saputo Virginia avrebbe pianto, ma non lo farà. Forse la vedrai e ne parlerete. Manca a me tanto, mancherai tanto ai tuoi, tu te la ridevi quasi, pensando e lavorando, quando ci incontravi con Yvonne al parco. Io continuo, come sempre a fare il mio percorso a parabola spiovente, di malato consapevole e intransigente. Tu mi hai detto cose sui malati, Vir che mi manca mi ha detto cose sui malati, ma io che ancora son malato, dico cose sui malati anche ad altri malati ed a quei medici pazienti che servono me servendosi di me. Lo so che non se ne uscirà vivi, ma intendo posticipare, anticipando le mosse di un male troppo spesso lasciato alla sua deriva. Un saluto a te, un sorriso, arrivederci, un doloroso abbraccio a chi lasci da solo che so quanto può esser duro il ricordare e nella mancaza di Virginia sentirsi mancare. Li capirei comunque, ma sento il passo, ricordo le mattine a villa Ada, fugaci, rapide e pure speranzose, io con l'affanno, tu col tu dolore, tutti con una certa riluttanza a spingerci sull'orlo del dirupo e poi gridare aiuto. Ciao, pensa ai tanti che lasci che t'hanno amato e sii fiero di quello che hai donato. Da me, da Vir, da Yvonne che stasera lascio dormire un poco in pace, domani le darò questa notizia. Riposa, stai in pace, viaggia sereno. Io aspetto di salire sopr'al treno.
Mario
Ti ho conosciuto 23 anni fa nella piscina comunale Gran Paradiso. Credevo che andavo in piscina a rilassarmi ma te con il tuo impegno, la tua forza, la tua solidarietà verso gli altri, insieme alla tua infaticabile Silvia, ci hai detto che bisognava lottare per il posto di lavoro degli istruttori di quel momento. Dopo ti ho visto sempre presente in tutte le iniziative internazionaliste in difesa dei popoli oppressi. Nella mia vita personale sei stato un punto di riferimento importante insieme a Silvia. Ricordo con affetto quando hai fatto il ",nonno adottivo" ai miei figli. Ci mandavi al cinema e tu ti incaricavi de dargli il biberon e di fargli dormire.
Quante passeggiate a Villa Ada raccogliendo pinoli!!!. Nelle feste di compleanno dei bambini li incantavi leggendo le favole. Nelle nostre feste litigavi con i fumatori. Dopo quando sono arrivati i "veri
nipotini" e chiaramente ti sei impegnato con loro non siamo riusciti a vederci troppo spesso. Ma per noi, al di là di vederci tutti i giorni, il rapporto era molto intenso e forte. C'erano tante cose che ci univano. Dopo la malattia, la tua lotta per la vita, la tua voglia di continuare, di fare. La tua lotta per un rapporto diverso tra medico e paziente. Fino all'ultimo instancabile. Fino all'ultimo presente. Noi ti ricorderemo sempre, e porteremmo dentro di noi i tuoi contributi, la tua intelligenza ed impegno. Continuerai a vivere nelle nostre storie e nei nostri cuori. Abbraccio solidariamente Silvia, Pietro, Lorenzo e tutta la famiglia.
Blanca
Ciao Gianni, non so chi leggerà questa mail, se qualcuno la leggerà. So che non la leggerai più tu. Qui è tutto triste e ora sono più triste del tutto che ho intorno. Come ero solita fare ogni due o tre giorni ho fatto un giretto su internet per vedere se c'era qualcosa di nuovo sul sito e oggi ho trovato
questo. Credevo che mi avresti aspettato Gianni: a marzo sarei passata a trovarti. Vi abbraccio tutti e mi dispiace tanto che non potrò essere lì per salutare Gianni con voi, comunque lui lo sa che lo sto salutando
nella mia cerimonia privata qui tra me e me e lascerò il suo nome e un po' del suo ricordo nella martoriata terra di Palestina. Comunque vi sono vicina. Verrò da te al mio rientro, Silvia, almeno ti racconterò le cose che avrei raccontato a lui.
Anna
Gianni, all'alba ascoltavo il canto degli uccelli e ti ho detto: "Ascolta Gianni, oggi puoi". Grazie
amico.
Marida
A Gianni, amico sincero. Con il tuo sorriso illuminavi il mio. Inizio giornata, tu che la mattina dividevi con me
un caldo cappuccino e con il tuo arguto intelletto facevi sentire anche me un essere pensante. Mi mancherai tanto non so pensare il mio lavoro senza le nostre belle chiacchierate mi mancherà quel tuo gusto della polemica (ma mai senza ragione), la tua curiosità, e quel tuo continuare a far progetti. Tu che la malattia aveva reso invalido nel corpo ma certo non nella mente sempre impegnata sempre piena di vita e di voglia di vivere. Penso alle tue amatissime nipoti alla quali tutto il tuo amore e il tuo pensiero costante era riservato a quelle
nipoti che tu dicevi essere la tua immortalità non ti vedranno più non le potrai accompagnare nella
loro crescita ma io sono sicura che il ricordo della tua forte, nella sua dolcezza, personalità non le
lascerà mai sole. ti voglio bene Gianni. La nostra conoscenza è stata breve ma per me ha voluto dire
tanto, ti ringrazio di avermi onorato della tua amicizia e do un forte abbraccio alla tua compagna amatissima.
Stefania
Oggi alle 15 circa è morto Gianni Grassi: l'ho appena saputo dal figlio Pietro. E sono commossa: l'avevo
visto ieri, un piacevole incontro, come al solito, rallegrato da uno scambio di opinioni, di scritti, di speranze. Con la speranza di vederci entro fine mese. Ora insieme a voi che l'avete conosciuto, paziente esigente, o oratore giornalista magari un po' inopportuno a volte (ricordate all'ultimo congresso SICP!!!). Ho imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo da giugno in poi, da quando era ricoverato all'Hospice Antea. E ho avuto il privilegio di incontri
frequenti, in agosto anche quotidiani. Di conoscere la sua serena e lucida consapevolezza della morte vicina. Ieri mi diceva le variabili che gli facevano dilazionare la data: il 'caso' (l'Oltre), Antea, l'équipe sofferente (la famiglia), se stesso, le nipoti, a cui voleva dedicare qualcosa per prepararle all'evento. Gli eventi l'hanno sorpreso: lo immagino ora... sarà ancora stupito di quanto forse non si aspettava! Lo spero, con la fede di chi crede nell'Oltre, per chi ha dato sincero affetto, onestà, coraggio in questo percorso accidentato. Grazie, Gianni, per avermi regalato la tua amicizia (don Camillo e Peppone?), e quella della tua splendida famiglia, e dei tuoi amici variopinti. Penso che mi mancherai. Se ti fa piacere, resterò accanto a mamma
Maria, a Giorgio, a Silvia, a Pietro e Grazia, Lorenzo, e alle tue nipoti.
Ciao, suor Caterina
Caro Gianni, la tua partenza non è stata meno dolorosa qui ad Amelia, dove pure olivi e querce secolari segnano il passaggio dalla vita alla morte con lo sguardo della natura che tutto comprende. Facevi anche te un
po' parte di questo paesaggio e ti ricorderemo ogni anno quando raccoglieremo le olive e faremo la vendemmia.
Francesco e Maurizia
Voglio polemizzare ancora con te... caro Gianni, sei stato sequestrato dalla malattia senza che questa rispettasse nessuna delle tue esigenze, dei tuoi progetti, ti ha portato via in un luogo lontano da tutto ciò che hai sempre dominato perchè ti era conosciuto. E ogni tua sicurezza, quanta forza e tenacia hai dovuto utilizzare per sopravvivere ogni giorno in quelle condizioni di strano "benessere" trascorsi come violenti fulmini in un giorno buio, a noi ipoteticamente "curanti" volevi che ci attraversasse e, di riflesso, cada su di te "grande curato esigente", "rompiscatole" con tanto di aggattimento, umanità, senso di responsabilità e grande senso di professionalità. Ognuno di noi, per quanto simile ad altri,
è unico ed irripetibile caro Gianni cambia solo il modo in cui guardiamo le cose e le cose che guardiamo cambieranno. "La luce che c'è oggi vorrei che ci sia anche domani".
Marfeda
Ciao Gianni, è tanto che ti ho perso di vista e così pure Silvia e Pietro e Lorenzo... Di
voi il ricordo più vivo è a Lisbona nel 1975 alla "rivoluzione dei garofani": due famiglie in vacanza attiva al campeggio. L'ultima volta che ti ho incontrato eri nella tua dimensione di nonno, da poco acquisita e orgogliosamente assunta. Un punto in comune in più... in una vita che a partire dagli
anni '70 si è dapprima intrecciata in fili più pratici e poi solo riconosciuta perchè
mi pareva comunque che stessimo facendo la stessa strada, una coppia di lunga durata, amore, conflitti, ma tenacia. Così se pensavo quando riflettevo sulla mia dimensione di coppia con Sandro tu e Silva mi venite allo sguardo, in comune la resistenza anche nella fiducia e nell'amore. Resistenti ci si incontrava ai grandi raduni di popolo a livello nazionale, c'eravamo sempre anche quando altri compagni non li trovavamo più. Sono
contenta di averti incrociato tante volte, sempre sorridente, sempre un po' matto, sempre nuovo, ma appunto sempre
resistente.
Mariateresa (un abbraccio anche da Sandro)
Caro Gianni, Grande, Generoso, Battagliero. Non potro’ mai dimenticare tutto il bene che hai fatto a mia
madre e come sei stato presente nei nostri momenti cruciali. Stamattina ripensavo al vostro incontro nel lontano 1975 quando mia madre, durante un'intervista a Radio Città Futura aveva parlato con ammirazione del Dott.
Brunori e della sua cara compagna Elvira conosciuti a New York. Sorpreso sei andato ad abbracciarla dicendole che Elvira era una tua parente e che avevi scritto la prefazione di un libro del Dott. Brunori "Il tuo Regno" edito da Guanda. È nata così la vostra fraterna amicizia e reciproca stima. Ti sarò sempre riconoscente per averla tanto aiutata, hai lottato con tenacia per farle ottenere la pensione, impresa difficile visto che aveva lavorato in diversi paesi Europei. Quando poi nel 1992 si è ammalata di Parkinson, ricoverata 3 mesi al San Camillo, ti sei prodigato per mantenere i contatti con i medici. In quel periodo sei stato di
grande aiuto e un punto di riferimento. Dopo la morte di mia madre, è grazie a te se la Sellerio ha
pubblicato la continuazione della sua autobiografia. Infatti il dattiloscritto era in suo possesso da oltre 5 anni ma la Sellerio lo riteneva troppo lungo e chiedeva di dimezzarlo. Con la tua pazienza, la tua precisione certosina, sei riuscito a ridurre il testo senza alterarne lo stile e i contenuti. Questi sono solo pochi esempi della tua grande generosità e disponibilità. Perdonami se stamattina non ho potuto cantare come avresti voluto, ma credimi non ci sarei riuscita, la gola era troppo chiusa dall'emozione. Ti prometto che quando canterò ti penserò, sono sicura che sentirai e sorriderai. Il ricordo che ognuno di noi lascia dipende da quello che si semina, per questo sarai sempre vivo nei nostri cuori. Grazie ancora caro Gianni a te e al Destino per averti messo sul nostro cammino.
Marilena Licitra/Occhipinti
Cara Silvia, sono una amica-collega (Sede Regionale Inps) di Gianni. Ho appreso da Manuela la brutta notizia. Ieri a San Saturnino c'ero ma non mi sono presentata perchè avevo un magone terribile. Ho voluto bene, tanto, a Gianni, è stato un carissimo amico. Mi stimava sul lavoro e mi ha dato, insieme a Manuela tanta sicurezza. Ti voglio dire che, come a tanti di noi, mi mancherà moltissimo.
Gianna
Caro Pietro, da tuo Papà ho ricevuto molto e imparato molto. Ho ammirato il suo spirito battagliero e la
dignità con cui ha vissuto fino all'ultimo. Mi ha fatto capire che molto si deve fare per recuperare un rapporto fra due persone, il medico ed il Paziente, che troppo spesso rimane marginale e superficiale. I suoi consigli li porto nel cuore ogni giorno quando entro in corsia e cerco di trasmetterli ai giovani medici che lavorano con me. Sono vicino a te, a tuo fratello e alla vostra dolce Mamma a cui va un pensiero
speciale.
Un abbraccio forte, Massimo
Caro Gianni, ti ricordi la sera della befana, l'ultima volta che ci siano visti? È stata la prima volta che sono uscita dalla tua stanza con le lacrime che scendevano contro la mia volontà che non voleva piangere. Ho fatto in fretta ad asciugarle, andavo via con Pietro e mio figlio e di quelle lacrime mi vergognavo. È stato il tuo sguardo, mai casuale nè banale, a farmi capire: -hasta la proxima- ti ho detto, e tu per un attimo
assente come chi, prima di parlare pensa bene alle parole da dire, mi hai risposto lentamente, guardandomi negli occhi -si alla prossima, la prossima...- E poi un lieve sospiro. Ho capito che quella volta era l'ultima per
davvero ed ho sentito che lo sapevi anche tu. Per un mese ti ho pensato tutti i giorni e poi quella mattina non c'eri più. Invece no, non è vero. Compagno Gianni pensavi di cavartela così? Da giovane ho imparato che non basta la morte a cancellare la vita. I nostri morti vivono con noi, dentro di noi. Nella nostra testa e nel nostro cuore. Ho imparato che ti ci puoi fare anche una bella chiacchierata e pure due
risate. Hei, Revolution man! Ti chiederò ancora aiuto, vorrò ancora il tuo punto di vista per sapere se sbaglio, soprattutto ricordami sempre di non arrendermi mai e insegnami la dignità. Porta
pazienza. Il lavoro non è ancora finito.
Ciao, Laura
p.s. Una buona notizia: intanto ho smesso di accanirmi col mondo, sto provando ad aggattirmi. Miglioro no? Che ne dici?
Caro Gianni, avevamo preso l'appuntamento per e-mail e sarei dovuta venire all'hospice giovedì pomeriggio, l'otto febbraio. Interpretando i tuoi bisogni, consultandomi anche con Silvia, volevo evitare che troppi visitatori si ritrovassero nello stesso orario a conversare piacevolmente con te e tra di loro intorno al tuo letto, rischiando però di stancarti tropo. Così ti ho scritto una mail che qui mi piacere riportare a
testimonianza dell'ultimo scambio che abbiamo avuto. "Ciao Gianni, vorrei venire a trovarti giovedì. Dimmi quando preferisci se alle 3-3 e mezza o alle 5,30-6. Lo puoi decidere anche all'ultimo quando ti chiamerò come sempre prima intorno alle tre. Silvia mi ha detto che hai messo sul tuo sito l'agenda degli appuntamenti ma non l'ho trovata. In compenso ho trovato le tue osservazioni al manifesto di Pessina e
altri, che mi piacerebbe discutere. Spero a presto, Roberta". Mi hai così risposto: "Cara Roberta, fossero tutti precisi come te... Per me sarebbe meglio alle 5,30-6. Silvia ancora confonde "sito" con "desk": il tentativo di calendario degli appuntamenti da tenere a portata di consultazione su pc non certo sul sito. Spero di riuscire a farglielo capire, in modo da non far perdere tempo ed energie agli amici. Nel merito di tutto ciò che espongo alla finestra del sito sono disponibile a conoscere e dialogare (mi piace di più che "discutere", dove sembra che una posizione debba vincere più che convincere). A presto, dunque. Gianni". Forse non te ne eri accorto o forse si, ma ho la mania della della precisione, e quindi mi ero sentita lusingata dal tuo grazioso riconoscimento. E da brava "signorina precisina", non voloevo perdere l'occasione del tuo ribotto a Silvia e così ti ho scritto: "Meno male che poi a Silvia scrivi quelle meravigliose poesie... Che vuoi, noi donne d'antan con i computer siamo un po' capre.. Dialogare va bene, per il resto come al solito prima di prendere la metro faccio uno squillo. Roberta". È l'ultima e-mai che ti ho mandato e purtropo anche l'ultimo contatto con te. Sono stata colpita da una violenta influenza e non sono potuta venire né alla chiesa di San Saturnino, né al Verano per la commemorazione laica. "Assenza, più acuta presenza": mi è rimasto un peso nel cuore. Mi è rimasto il compito che voglio intraprendere, in ragione del quale avevo cominciato a venirti a trovare. Assieme alla tempra del "paziente esigente" avevi la vocazione dell'intellettuale intransigente. In questo eri così diverso da me, dalle mie caratterische di "intellettuale dubbiosa". E curiosa. Nelle lettere che ci siamo scambiate, ci sono scambi tra noi che mi sembrano preziosi. Il compito lo continuerò. Tu non ci sei ma c'è tutto quello che hai scritto. E ci sono Silvia, Pietro e Lorenzo.
Grazie, Gianni, Roberta
Mi manchi Gianni. Ti voglio bene.
Paolo
Cara
Silvia,
ti
siamo vicini e speriamo di riabbracciarti presto. Non ci vedevamo
spesso, eppure sapere che Gianni non c'è
più lascia un vuoto. Si sta facendo tardi anche per noi.
Diamoci da fare, come faceva lui.
Paolo,
Stella e Rosanna
Cara
Silvia e cari Lorenzo e Pietro,
purtroppo
ho saputo solo adesso della morte di Gianni. E' stato per me un
periodaccio, sono stato molto spesso fuori, ma ciò non
toglie che mi rimprovero di non essere riuscito a passare da lui
nell'ultima fase.
Ci
siamo visti in ricordo di Massimo, ci siamo sentiti per e-mail, ci
siamo scambiati documenti e libri, ma alla fine non ci siamo salutati...
Per
fortuna mia, ho nitido il suo ricordo e il suo insegnamento, che
coltiverò.
Vi
abbraccio con affetto
Francesco
“Adesso
anche io ho un amico”. “E chi è
?” “Gianni”
Mi
dispiace, non ci sono potuta essere sabato lì con voi,con
te, Silvia. Avrei portato anche Arturo perché
potesse salutare ancora una volta il suo amico Gianni.
L’avrei portato perché potesse ascoltare la gente
parlare di Gianni di modo da tenerlo per sempre ben impresso nella sua
memoria. Vorrei che non dimenticasse mai di averlo conosciuto. Alberto
ed io non lo faremo. Seguiteremo a parlarne e ad immaginarcelo
lassù dove l’abbiamo conosciuto, ancora una volta
ad accompagnare Arturo al triangolo , con i cavallini e le soste ad
ogni segnale.
La prima volta che Gianni e Silvia
vennero al Rifugio capii subito molte cose: la prima, che Gianni
adorava i dolci. Panna cotta , mousse al cioccolato, crostate..Arturo
lo guardava cercando di capire a quale specie appartenesse questo
strano signore: sembrava grande, un adulto, però mangiava
dolci come un bimbo e si divertiva a fare giochi che qualsiasi altro
adulto non avrebbe sopportato per più di qualche minuto.
Non era
né un adulto né un bambino, era Gianni.
Tra i nostri
ricordi resterà indelebile il primo di tanti saluti tra
Arturo e Gianni, all’inizio del sentiero per Piani
di Pezza. Era arrivato il momento della partenza per Gianni e Silvia;
Arturo volle rimanere all’inizio del sentiero , aspettando il
momento in cui non si sarebbero più visti perché
ormai troppo lontani. E poi sarebbe tornato più
tardi, ci disse, poiché Gianni aveva promesso che
l’avrebbe chiamato da fondo valle, una volta arrivato alla
macchina. E così fece. Arturo ci fece rimanere per un bel
po’ ad aspettare, venne il tramonto,ma aveva ragione lui,
Gianni arrivò alla macchina e il nome di Arturo
riecheggiò per tutta la valle, per tutto il sentiero, fino
ad arrivare al Colletto di Pezza, al Rifugio Sebastiani, da Arturo, in
attesa.
Quel giorno
capimmo che Gianni era uno che manteneva le promesse.
Tornò sempre da Arturo, da noi, anche quando era malato,
anche con la nipote Michela.
Giorni
splendidi e indimenticabili, tra i miei ricordi più belli.
Eleonora
Scrivo queste poche
righe per salutare un grande uomo che ho avuto l'onore e la fortuna di
conoscere e con il quale ho potuto scambiare pensieri e opinioni nel
corso di una lunga e stimolante corrispondenza. Questo fitto scambio
epistolare ha costituito per me occasione di profonda e grande crescita.
Ricorderò
sempre lo spessore, l'intelligenza e anche l'ironia - sebbene amara -
con cui il Dr. Grassi affrontava la sua devastante malattia e le
difficoltà che ogni giorno doveva affrontare con coraggio.
In molte occasioni le sue parole mi hanno trasmesso un grande senso di
forza e sono certo che rileggere le sue poesie e i suoi pensieri, in
futuro, mi sarà di grande aiuto nei momenti di debolezza. Il
Dr. Grassi mi aveva infatti sostenuto e consigliato nel corso della
campagna elettorale per la mia candidatura al Senato e anche nei primi
mesi della presidenza della Commissione sanità. Leggevo
sempre con vivo interesse i suoi commenti e le sue considerazioni, e mi
è stato davvero di grande aiuto molte volte.
Spero
profondamente che i suoi amati figli, di cui mi aveva parlato con
affetto sincero, manterranno attivo il suo sito, affinchè
tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscere il Dr. Grassi
potranno in ogni momento rileggere i suoi pensieri e le sue parole, e
farle leggere ad altri.
Personalmente
continuerò a farlo con gioia, con il ricordo sempre vivo di
un uomo con uno spessore intellettuale ed una umanità rari
di cui oggi giorno si sente davvero la mancanza.
Esprimo
le mie più sincere condoglianze a tutti i suoi familiari per
questa grande, dolorosa perdita.
Ignazio R. Marino
In
ricordo di Gianni Grassi
La
generosità politica del paziente esigente
Un
amico pittore ha scritto che l’individuo è nel
volto. Non
so disegnare, ma penso sia vero. L’espressione del
viso di
Gianni Grassi era il risultato di un’esistenza convinta,
sempre
alla ricerca di qualcosa che confermasse la convinzione che il giorno
che arriva non potrà che rivelarsi nuovo. “Sto per
scoprire qualcosa di straordinariamente importante: come si
muore”, mi disse l’ultima volta che ci incontrammo.
Ricordo
con tenerezza tanto i suoi occhi quanto lo sguardo interrogativo del
giovane redattore che aveva intercettato quella frase nel corridoio
della casa editrice. Era venuto a trovarmi, Grassi, solo pochi giorni
prima che la malattia impedisse per sempre i suoi movimenti. Lui a
trovare me, con l’incredibile naturalezza di chi pensa che un
mondo capovolto sia ancora possibile.
Pochi mesi
prima avevo
provato a fargli cambiare idea: possibile dirsi “paziente
esigente”? La parola “paziente” a me
così
invisa era la più adatta al suo sorriso. Come fai ad essere
così sereno? ho pensato ogni volta che ci siamo incontrati o
parlati. Serenità conquistata con una vita intensa,
serenità costosa, come mi scrisse una settimana prima di
morire:
“La mattina all'alba, mentre mi risveglio chiedendomi
‘che
giornata sarà? sarà valsa la pena?’, a
lei posso
dire che tuttora mi faccio dei bei pianti consolatori / riparatori /
preparatori alla fatica - a volte - di mostrarsi normale, soddisfatto,
quanto meno rassegnato”. La quieta inquietudine di chi
è
riuscito ad essere consapevole di se stesso nel mondo – nel
proprio quartiere, nei luoghi familiari di appartenenza politica, nel
proprio paese – con l’intelligenza di chi
è
diventato capace di acquistare una misura di distanza dal proprio corpo
senza mai cessare di amarlo.
La parola
“paziente”
non ha voluto abbandonarla perché sapeva, evidentemente, di
averne a pacchi, di pazienza. Indispensabile nel lavoro quotidiano per
una medicina più umana; che non fosse chiamata a
ripristinare
condizioni “naturali”, piuttosto laicamente
esortata a
sostituire la tecnologia con le coccole. Nell’essere
“paziente” era la naturalezza di non nascondere
l’infermità, di non considerare la malattia
un’alterazione quanto piuttosto il manifestarsi della
verità della vita. Il giorno che sentii il gioco di parole
da
lui inventato – e divenuto una sorta di
manifesto-programmatico
dei suoi ultimi anni – ebbi la conferma della
possibilità
di offrire soluzioni semplici a problemi troppe volte resi
artificialmente complessi: all’accanimento terapeutico andava
sostituito l’aggattimento terapeutico. Nel morire si ha
bisogno
di tenerezze, di calore, di fusa.
Rientrando in casa
la sera del
6 febbraio ho intruppato su uno scaffale della libreria ed è
caduta la vecchia copia di “Lettera a una
professoressa”,
della Scuola di Barbiana. C’è chi legge nei fondi
di
bicchiere e chi nei libri per trovare risposte. “Il problema
degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è
la
politica. Sortirne da soli è
l’avarizia”. La
generosità di Gianni era sì umana, ma anche
profondamente
politica. La generosità estrema di chi non riesce a pensare
di
risparmiare se stesso.
Luca De Fiore
Per Gianni E in risposta a un prete che
non conosce la carità, cristiana o meno che sia.
Gianni
è qui con noi, è nei nostri cuori e
nelle nostri menti e ci resterà per sempre.
E’
negli occhi di Silvia intensi e inarrendevoli come
sempre, solo un po’ più trasparenti per
il velo di dolore che non riesce a raffrenare.
lì
lo ritrovano gli amici ancora attoniti che cercano
l’un l’altro di capacitarsi di un evento
tanto annunciato ma che per amore e per timore ancora
tenevano lontano.
Gianni c’è. E’
nel modo sereno e sorridente, sorprendente solo per chi non
conosce i Grassi, con cui Pietro e Lorenzo e le
dolci nuore raccontano fatti, incontri, incombenze delle
ultime ore fatali.
E’ nelle fiabe che Giorgia,
Michela, e la piccola Irene così come Samer e
Arturo e ogni bimbo che lo ha ascoltato, da adulti,
sapranno narrare ai loro bambini provando a rendere vivi, alla
maniera del nonno, gli orchi e le fate, i re e i pollicini.
E’
nel tramonto del sole dietro Palmarola che non potremo non
godere nello stesso silenzio magico che ci
avvolgeva e ci faceva sentire una cosa sola con il
mare, la roccia e il profumo delle viole.
E’
nelle inflorescenze, negli aghi di pino, perfino
nella polvere estiva che lo faceva irritare, nel cielo
mattutino della villa, sfondo irreale per la lettura nel
giornale dei fatti di un mondo ingiusto e immorale.
È
nelle scelte di vita, negli ideali comunisti che
sfrontatamente contro ogni ragione e argomentazione con
lui e per lui, continueremo caparbiamente a
ricercare
M. Grazia
Carissimi Silvia,
Pietro, Lorenzo, Mariolina, Giorgio, Annamaria e Famiglia
Grati
che il nostro caro Gianni non soffra piu' riempiamo
il vuoto che ha lasciato nei nostri cuori celebrando
la sua straordinaria vita.
Si
dice che “Una
Vita Bene Spesa Lunga E’” e di certo, l’ammirevole
e ben vissuta vita di Gianni Grassi sara’
giudicata dall’impatto delle sue azioni a servizio
dell’umanita’.
Lo
ricorderemo sempre come un uomo
d’azione, il quale ha vissuto la propria vita pienamente
anche nella sofferenza. La sua vita e’ stata costellata di
forza, intelligenza, cultura,
creativita’, azione sociale, e coronata da una
capacita’ reattiva che gli ha consentito di affrontare anche
la sua malattia con dignita’, grazia, coraggio e fortezza
d’animo, continuando fino all’ultimo a lottare per
se e per gli altri.
Ho
conosciuto Gianni nel lontano 1961. Eravamo
legati dal nostro mutuo affetto per Nicola Brunori, un medico, amico ed
umanista il quale fu il grande sostegno degli Italiani di New
York, e per la nostra
carissima Elvira Franceschini Riggi, zia di Gianni, e nostra amata zia
adottiva.
Ho
parlato con Gianni nel mese di
maggio, per caso, quando ha risposto al telefono a casa di Mariolina.
Abbiamo parlato dei libri diella mia compaesana Maria Occhipinti i
quali Gianni mi spedi’ il 31 maggio. Quando non lo trovai in
casa per ringraziarlo via telefono, seppi che era stato ricoverato
all’Hospice Antea. Gianni ha continuato a vivere, a
scrivere ed a comunicare le proprie idee. Siamo rimasti in contatto
attaverso messaggi e-mail ai quali rispondeva puntualmente. Ammiravo la
sua calma anche al telefono e gli aggiornamenti del suo web-site.
Rileggo anche adesso i suoi messaggi e trovo conforto nella ricchezza
del suo web-site.
Gianni
ci manchera', ma continuera' ad esserci vicino attraverso i suoi
scritti ed i bei ricordi che conserviamo nel cuore e nella memoria.
Da
parte mia e di mio marito, Howard La Marca, offriamo a tutti in
famiglia le nostre piu’ sentite condoglianze.
Giovanna
Bellia La Marca, New Jersey, U.S.A
Cara
Silvia ho saputo per caso della morte di Gianni. Non ho dimenticato le
esperienze di lotta e di riflessione perché la
scuola servisse a formare giovani capaci di gestirsi la vita e di
essere cittadini. Gianni ti era di sostegno. Per questo mi
sento coinvolto nel tuo lutto e nel ricordo
Ti
abbraccio Marcello Vigli
Gloria a
Gianni, e alla moltitudine di esseri viventi che l'hanno, e ci hanno,
preceduti.
In memoria di mia Mamma, Edda, morta il 5 ottobre
2006, alle ore 5,25 del mattino. Dopo una breve carriera di
paziente oncologica - 2 anni -, ha esalato l'ultimo respiro all'
Hospice della Casa di Cura di Pineta del Carso di Aurisina (TS),
circondata dalle cure professionali e Umane di tutto il personale. In
ricordo di tutta la gente che ho visto morire nel tempo del ricovero di
Edda. Per noi che rimaniamo ancora un po' , Voi
siete ancora qui, con affetto e in libertà ciao
Maurizio
Ho saputo dell'iniziativa, è bella e va
fatta. Mi spiace per non essere potuto venire alla cerimonia
laica, ma avrei pianto e dato un pessimo esempio. Tutto mi
ricorda o Virginia od Augusto, e mi riesce difficile tenere un contegno. Già
ora che vi scrivo, stillo. Sarà lo stress o
l'allegria della giornata solare.... Sono convinto sia una
buona idea, spero che ci si riesca, abbiamo cercato tanto anche noi di
intitolare un Albero ad Augusto, ma non ci siamo riusciti ; e Gianni
neanche ci è riuscito anche se ha tentato, ho saputo,
speriamo di farlo noi per lui. Con tutto il nostro rammarico e
conforto Un abbraccio Yvonne e Mario
Cari Silvia e
Lorenzo, pare strano ma solo in questi giorni ho saputo della morte di
Gianni. Sarà perché sono stata in questi ultimi
tempi molto presa per la grave malattia e morte di una carissima amica
di tutta la vita e sono stata spesso a Ferrara da lei ( per fortuna
sono finalmente in pensione). Vi penso nel vuoto che Gianni ha
sicuramente lasciato in voi. Prima di tutto per il suo carattere, di
cui, pur non conoscendolo a fondo, avevo subito percepito tutta la
forza vitale, ma anche per averlo assistito nei lunghi mesi della sua
degenza. So per esperienza diretta cosa vuol dire assistere per mesi un
persona amata che si vede allontanarsi da noi....
Spero
di vedervi e di darvi il mio abbraccio di amicizia nel ricordo
di Gianni che resta per me una figura indimenticabile
Antonia
Caro Gianni,
sono
qui per dirti grazie !
Ho
avuto la fortuna e la gioia di essere il tuo medico di famiglia e
desidero dire grazie al mio “paziente esigente
“ che
ha saputo fare della sua esperienza personale di malattia e sofferenza
uno strumento di crescita non solo per sé ma soprattutto per
tutti i malati e sofferenti e per i medici che lo hanno incontrato.
Gianni
ha avuto sempre il coraggio di lottare con intelligenza e
onestà
per il rispetto, la comprensione,l’amore di cui tutti i
malati
hanno diritto.
Ringrazio la moglie Silvia, i figli
Pietro e
Lorenzo, la mamma Maria, il fratello Giorgio e tutti i suoi cari che
gli sono stati sempre vicino.
Ringrazio tutti i
colleghi ed operatori dell’Antea per tutto quello che hanno
fatto per lui.
Arrivederci Gianni, una persona
veramente speciale,
Paola
(la tua
dottoressa "di base", da te ribattezzata il tuo “angelo
custode")
Li abbiamo conosciuti,Silvia e Gianni, mia moglie
ed io perchè nel periodo estivo ci "arrampicavamo"
a" u' nidu d'u' farcone" la casa di Silverio Corvisieri e
Milena Sarri che dominava sulla baia di Chiaia di luna a
Ponza; l'arrivo di Gianni,perfetto rocciatore,era uno spettacolo di
forza,serenità e,con pacatezza,si riprendeva il filo delle
reciproche confidenze lasciate in sospeso l'anno prima: i
figli,i nipoti,la politica,il "vino" di Ponza prodotto da
Milena,la bellezza di Palmarola che si stagliava
all'orizzonte,la politica.....;Silvia,negli ultimi tempi
quando il male di Gianni era già avanti,lo "nutriva" di
sguardi rapidi ed improvvisi d'amore e le ore trascorrevano
così in fretta che Lucia(mia moglie) ed io
commentavamo,scendendo all'imbrunire verso Ponza,la
solarità della coppia( io li chiamavo Filemone e Bauci),la forza
del loro rapporto,la fiducia di Gianni nella capacità
dell'uomo di creare il bene dopo aver fatto del
male,consapevoli di quanta serenità ci trasmetteva
il fugace ed annuale incontro. Ritengo che dedicargli un largo
di Villa Ada sia bello e sottoscrivo con mia moglie la
proposta: diffonderò questa mail agli amici
perchè,a proposito di Filemone e Bauci-Gianni e
Silvia,come commentava Ovidio,"gli uomini pii sono cari agli
dei e coloro che li onorano vengono onorati" Per
coloro che vogliono sapere di più su Gianni( e vogliono
leggere le sue tenere poesie mentre affrontava la fine) il
sito è www.giannigrassi.it Lucia
Dicursi e Cosimo De Falco
HO VISITATO CON INTERESSE IL VS SITO CHE MI E'
STATO SEGNALATO DA PINO LENA. APPREZZO LA BATTAGLIA DI GIANNI
GRASSI. CERCO DI PORTARNE I PRINCIPI NEL MIO LAVORO DI MEDICO
E DI DIRETTORE GENERALE. GRAZIE MAURIZIO PORTALURI
Sono subito corso al sito di Gianni e vi sono
rimasto a lungo in preda a profonda commozione fra un
turbinare di memorie. Quando mi hai dato la notizia
lì alle Colonne, ti confesso di aver per qualche momento
faticato a focalizzare la persona, gli eventi connessi,
ormai lontani. Il suo essere alieno, la sua incrollabile
utopia, una fede, direi, l'incomunicabilità con il nostro
mondo di pigra burocrazia, di falsa e ipocrita efficienza. I
suoi "scandalosi" interventi alle riunioni. La sua
ingovernabilità, lo sdegno attonito di troppi nostri
colleghi..... Mi conforta il ricordo di alcuni momenti, nelle
pause, di fraterno dialogo, pochi purtroppo, quando mi
confidò, sconfortato, che lì ero l'unico col
quale riusciva a trovare momenti e ragioni d'intesa. Poi
l'ho perso di vista, come del resto tanti altri con i quali pure per
lunghi anni si può dire abbia convissuto. Ho
firmato, anzi 2 volte perché mi pareva che la prima non
fosse stata acquisita. Conosco l'Antea dove una signora amica
finì i suoi giorni 2 anni fà.
Nicola
A Gianni
E’
passato un po’ di tempo ma passare davanti
all’ Antea mi emoziona e tu sai cosa intendo;
vorrei
entrare forse per un breve saluto forse per sentirti ancora, forse
per chi sta soffrendo, per quelli che come a te la
malattia gli ha cambiato la vita.
Per quelli che non
trovano più la forza di sorridere come prima per
quelli che non riescono più a fare l’ amore ma
continuano comunque ad amare la vita mentre consapevoli, che
gli sta sfuggendo continuano ad elargire sorrisi e buoni
consigli come se andarsene, tutto sommato, fosse
cosa gradita.
Con un bacio alla luna uno
alle stelle ed una alla vita
Ti mando un
abbraccio ed un sorriso dal cuore
Ciao Gianni Massimo
Trinchero
Gianni , l’uomo scomodo che
non si piega Che non cerca l’armonia Che
insegna che l’armonia senza lo scontro non vale Vale
l’armonia ruvida, che sopravvive e si nutre dello scontro E
si fa così incontro L’uomo che non da
nulla per scontato e ti costringe a smontare, rivedere, spiegare,
rendere ragione di quello che fai. Perché
dietro a ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni suo atto
c’è una scelta, sofferta, pensata, contrastata,
pignola,
paurosa, ma una scelta, con cui eri costretto a confrontarti Gianni
non passa senza lasciare tracce. Gianni sposta tutto, guarda
dietro gli angoli, alza i tappeti. Non
puoi fermarlo, anzi fallo passare come un benefico vento che strappa
tutte le sciocchezze e rinforza le radici delle cose veramente
importanti. Gianni non si adatta al mondo, non lo accetta
com’è, non si accontenta, non si arrende e ti
costringe
ugualmente a non accontentarti, a non adagiarti, a non adagiarti su
abitudini, su compromessi, su mezze misure. Non sai mai,
quando stai con Gianni, quello che succederà, se
alla fine dell’incontro sarete ancora fratelli o
invece avrai incontrato la sua ira. E
cerchi così di raggiungere la fiducia di un rapporto, di un
amicizia, di essere passato al di là, di saperti amato,
considerato, perché anche Gianni sa di essere comunque
amato,
stimato, accolto. Gianni sceglie le parole. Anche qui
non si adatta alla lingua ma la fa sua. Come sua,
irrimediabilmente sua ha fatto tutta la sua vita. Gianni si
da, ma come ogni dono vivo non si fa mettere dove vuoi. Si fa
largo. Si fa posto, si trova il suo posto. Ti
costringe a fargli posto a dargli il posto che merita, che chiede
magari un modo prepotente, sfidando la tua capacità
d’ascolto. Sa riconoscere il rispetto,
l’ascolto,
l’onestà, la fragilità, ma non tollera
l’ipocrisia, la falsità, l’imbroglio. E
poi Gianni gioca. Ha
il dono infantile, divino di arrivare al culmine dello scontro, al
culmine dell’irrigidimento dove nulla può far
tornare
indietro e poi… con un sorriso beffardo lo scopri dietro di
te,
rassegnato, disperato forse, ma divertito di aver raggiunto anche
quell’altezza, di aver ancora una volta rischiato di perdere
veramente tutto per poi potersi ritrovare di nuovo insieme abbracciati. Gianni
parla di cose profondissime. Si
muove come un iceberg, profondo , rigido, con radici profondissime, ma
pronto a sciogliersi nell’amore, nella bellezza, nel gioco. Gianni
ci tiene, si arrabbia perché ci tiene alle cose, alle
persone, a ogni cosa, e
poi , quasi accorgendosi di aver esagerato, sorridendo imbarazzato,
sfiorando con gli occhi la possibilità di dirti scusa,
sorridendo come a dirti:”Ma sul serio ci sei cascato? Ma sul
serio hai ascoltato e dato importanza quello che dicevo?” E
ti ringraziava con gli occhi del meraviglioso gioco che si era riusciti
a costruire senza bisogno di dirsi nulla.
Nanni
28 maggio 2007
Caro
Gianni, ti
saluto con le stesse parole da te usate. E’
un’altra parte di noi che se ne va. Di quello che
resta di noi. Ma tu, Gianni, sei andato via solo
materialmente.
Di te resta tanto: il tuo spirito, la tua
generosità, la tua dedizione. Ci ritroveremo.
Mirella 6 giugno
2007
Gianni
caro…. è stato bello e commovente
l’altro giorno
rincontrarti “ufficialmente” a Villa Ada, ti
immaginavo
lì vicino a noi tutti, emozionato, sorridente e fiero con i
tuoi
familiari e gli amici cari… anche i rappresentanti delle
istituzioni, che ti conoscevano e apprezzavano, hanno parlato col cuore
e destato ricordi e risonanze….e poi… ci hai
preparato un
silenzio e un sole bellissimi, alberi smaglianti, prati puliti dalla
pioggia e da Silvia! e anche una panchina per poter tornare in quel
luogo speciale per un rifornimento affettivo e morale… Quel
giorno, il 6 febbraio, c’era anche una grande commozione, che
Lorenzo, a nome di tutti, ha espresso con le sue lacrime, ma anche il
piacere di essere lì tutti insieme a ricordarti ed onorare
il
generoso amico e il “libero pensatore”, che nella
targa non
era stato possibile inserire… Sapevi di essere
stato importante per la vita di tante persone? Hai
lasciato una grande eredità d’affetti, di pensieri
e di
insegnamenti di vita…perfino quello di come vivere il tempo
della fine… Volevi vita intorno a te anche durante
il
ricovero in hospice, ricordo che alcune volte ero insoddisfatta di non
poter stare tranquillamente sola con te...ma ciò che tu
volevi
per te e per noi era sperimentare il più possibile una
pienezza
di relazioni, di scambi e ci sei riuscito… Un’altra
tua
preziosa e non comune qualità era il riconoscimento del
valore
dell’altro, trascrivo qui piccole parti di alcuni tuoi
messaggi
rivolti a noi del Gruppo Eventi…..
Non
potrei che usare le stesse tue parole per ringraziarti e salutarti
ancora… “
Sappiate che vi sento tutti vicini spiritualmente a prescindere dalla
presenza fisica e vi sono grato per tutto il lavoro fatto insieme. La
risonanza culturale colta nel gruppo fin dal 1997 e coltivata in questo
decennio, pur offuscato dalla malattia, ancora mi vibra dentro e mi
dà speranza. Ho capito che anche da lì mi viene
quella
forza d’animo o wit che mi consente di continuare a vivere
nonostante sia stato depredato del tesoro cui tenevo e purtroppo ancora
tengo di più nella mia vita: l’autonomia,
l’indipendenza, fisica sì ma soprattutto morale,
politica,
scientifica”.
E sentite che
apprezzamento per i libri del Gruppo Eventi, a cui con
generosità ha collaborato…. “Posso
dire una cosa grossa ma autentica (che bisogno avrei di raccontarvi
palle da un letto di hospice?) me li leggo e rileggo, a pezzi e
bocconi, sento che mi stanno aiutando a prepararmi meglio a lasciare la
vita, quella vita che pure mi piace tanto, e - perché no? -
a
lasciare in dono ai miei (tutti, familiari, amici, compagni, eventini,
lettori) una più acuta presenza, perché anche da
giorni
come questi –inquinati dalla violenza e
dall’ipocrisia-
nascano i giorni da dedicare alla comunicazione e alla
convivenza…A me danno linfa vitale proprio perché
parlano
del morire (non in astratto, non in teoria) e mi confermano nella
aspettativa di morire bene, cioè non solo in dignitosa
assenza
di dolore (premessa di ogni discorso serio) ma in presenza di una rete
di relazioni vere fino all’ultimo respiro, allora grazie,
grazie
ancora”.
Grazie a te, Gianni caro, per la
tua presenza autentica e per il tuo esempio di vita l’amica
Livia e il Gruppo Eventi
Livia Crozzoli Aite
12
febbraio 2008
La
fortuna di conoscere Pietro e il suo mondo...la sua famiglia....I
Genitori.
Peccato
però che l'adolescenza è ribellione. Ero
piccolina, troppo piccola per avvicinarmi in profondità ai
genitori e poterne così apprezzare l'essenza. Ma
certo se Pietro è l'Uomo che è, e che
già era...
Conosco
solo oggi il sito... quello che è successo.
i
sentimenti, le emozioni, i ricordi... è
un po’ come cercare di percorrere un sentiero di fondo con
una bufera di neve...ma no c'è un sole caldissimo, no
freddo, un panorama fantastico...no non si vede nulla...
mi
dispiace davvero tanto per il vostro dolore, ma so quanto lui
è in voi e quanto, quanto di veramente bello vi
appartiene.
elsa
12
febbraio 2008
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